CHI È GIANLUCA MOSOLE
Gianluca Mosole è un chitarrista, compositore e polistrumentista trevigiano.
All'età di 6 anni è subito evidente la sua predisposizione per la musica ed inizia ad accostarsi al suo primo strumento: la tastiera.
L'approccio naturale e precoce con questo strumento, sarà poi la probabile causa della sua atipica impostazione da chitarrista mancino. È per questo motivo che riporterà istintivamente sulla chitarra quella che è la caratteristica determinante del tastierista: accompagnamento con la mano sinistra e melodia con la mano destra.
Questa sua predisposizione è talmente naturale che suona la chitarra da mancino (pur essendo destrorso), ma senza girare le corde.
La svolta definitiva nella scelta dello strumento avviene quando la madre gli regala, nel Natale del 1974, una chitarra elettrica (un'Aria imitazione Gibson Les Paul Custom) al posto della tastiera che lui le aveva chiesto e che tanto desiderava.
Quel dono inaspettato dà il via al suo periodo fertile di formazione, nel quale il gusto musicale di Gianluca si palesa fin da subito come ben definito e chiaro.
I punti di riferimento, come pilastro principale la Black Music, sono i gruppi cult dell'epoca. Nello specifico si citano gli Earth Wind & Fire, i Commodores, Stevie Wonder e l'incredibile accoppiata Quincy Jones/Michael Jackson, per poi passare come simbolo di naturale evoluzione a quello che sarà il suo genere definitivo, ossia la Fusion.
Inizia quindi a studiare da autodidatta sui dischi di George Benson e Larry Carlton, i due chitarristi che inizialmente lo segnano ed influenzano maggiormente grazie al loro inconfondibile stile.
Gianluca però non si accontenta di rivolgere le sue attenzioni solo alla chitarra, bensì spazia anche nello sconfinato mondo del polistrumentismo. Matura così un'ampia visione musicale che lo porta ad avere come pane quotidiano musicisti del calibro di Herbie Hancock, George Duke, Eumir Deodato, Joe Zawinul e Lyle Mays.
Ben presto, complice questa sua forte attitudine, si impone chiara l'esigenza di formare un gruppo che possa proporre un repertorio differente, caratterizzato da cover ma soprattutto da pezzi già da lui composti.
Ed è così che nel 1974 nascono i "Black Cherry". Questo è il gruppo con il quale Gianluca Mosole inizia a muovere i primi passi nel mondo dei piccoli palcoscenici, suonando in parrocchie, scuole e teatrini della città e dintorni.
I "Black Cherry" lasciano posto qualche anno più tardi ai “Vetrò”, secondo gruppo del musicista.
La svolta decisiva avviene però nel 1979.
È in questa occasione che Gianluca partecipa ad un concorso a Milano, indetto dalla vecchia casa discografica CBS, in collaborazione con un marchio di abbigliamento casual per giovani, la "Oldaxe".
Il ragazzo è ancora minorenne, ma decide di affrontare quest'avventura partendo per la volta di Milano, accompagnato dalla sua inseparabile chitarra.
La sorte dell'evento sembra essere segnata fin dall'inizio, in quanto è impossibile per lui non farsi notare.
Dopo aver sostenuto il primo provino infatti, viene immediatamente selezionato tra più di duemila musicisti provenienti da tutt'Italia.
Finalmente è chiara per tutti la strada che intraprenderà il giovane: la vincita a questo concorso dà l'inequivocabile conferma che nella vita Gianluca avrebbe potuto fare solamente il musicista.
Come premio per essersi aggiudicato il primo posto al concorso, il chitarrista vince un contratto per un anno con la CBS.
Ha la possibilità inoltre di registrare un 45 giri in uno studio all'epoca rinomato in provincia di Como, nella suggestiva location del Castello di Carimate ed infine di girare un video prodotto da un noto regista di quegli anni.
Essere improvvisamente catapultati dai sobborghi di una piccola cittadina alla frenesia della mondana e sviluppata metropoli, può sembrare un sogno ad occhi aperti destinato presto a finire.
Ma le occasioni non sono terminate per chi ha dimostrato di avere personalità e talento da vendere.
Gianluca si è fatto infatti notare dai musicisti e dai produttori dell'area milanese, i quali non perdono tempo proponendogli subito di trasferirsi nella città del business, per facilitare il suo ingresso nel settore dei session men.
la mente di Gianluca è però sempre in fermento. Il progetto ambizioso di registrare di lì a non molto un primo disco con pezzi da lui composti è la ragione per la quale rinvia la proposta. Si concede quindi un periodo di riflessione per ponderare bene sulla decisione da prendere.
C'è chi lo considera limite e chi invece pregio, ma la sua predisposizione evidente per l'arrangiamento e per la composizione oltre che ad una pura e unica forma di chitarrismo, lo portano ad accettare raramente collaborazioni di questo tipo.
Di ritorno da Milano, con sottobraccio sempre la sua chitarra ma con un bagaglio decisamente arricchito, si ritrova ad affrontare una realtà ben più umile ma anch'essa importantissima per ampliare la sua formazione, impreziosendola di nuove sfumature.
Inizia così il fortunato decennio degli anni '80, il quale si apre con quella che è forse una delle esperienze musicali più insolite e particolari che Gianluca si ritrova ad affrontare.
Lavora per poche settimane nel mondo nascosto e poco raccomandabile del Night Club, dove suona in un paio di città lombarde qualsiasi tipo e genere di musica, insieme a gente molto più grande di lui.
Questa è un'esperienza che spesso ricorda come traumatica ma al tempo stesso fondamentale per crescere, estendendo ancora una volta i confini dello sperimentabile.
Dopo aver fatto gavetta a sufficienza in quell'ambiente, finalmente torna a casa, carico di nuove energie ed idee per la testa.
La decisione di dare vita ad un primo vero ed importante progetto a suo nome è quindi imminente.
Raduna così una parte degli elementi delle precedenti formazioni ed inaugura il "Gianluca Mosole Group".
Il repertorio da proporre è personale e distintivo: negli ultimi anni infatti Gianluca ha composto parecchi pezzi in completo stile fusion.
Inizia quindi a provinarli allo scopo di inserirli in un mini LP, che si chiamerà After Rain.
Paolo Carletto al basso e il cugino Ivan Lucchetta alla batteria danno ritmo e corpo al gruppo e si aggiunge per l'occasione un quarto elmento: Stefano Sgorbati.
Il lavoro è autofinanziato grazie ai soldi guadagnati nella caldissima estate del 1983, passata a suonare in un piccolo locale in provincia di Padova. Purtroppo una gavetta costata una fantastica Gibson 335 del 1967, che gli viene rubata proprio l'ultima sera di live.
Non ci troviamo più nella Milano delle grandi occasioni, eppure le sorprese non esitano anche sta volta a presentarsi.
Una persona folkloristica dell'area trevigiana, Rino Bortolotto, apprezza After Rain e si innamora del talento del ragazzo, decidendo di far ascoltare l'LP a un produttore milanese piuttosto inserito: Felice Piccarreda.
Quest'ultimo è così entusiasta che raggiunge Treviso con l'intento preciso di dare inizio ad un fruttuoso sodalizio artistico, insieme a quella giovane promessa del panorama musicale.
Gianluca firma il contratto con la Polydor e un anno dopo, nel 1985, vede la luce il primo vero disco: Eartheart.
Quest'ultimo viene registrato nel Chroma Studio di Milano, con l'ormai consolidata ritmica Carletto/Lucchetta rispettivamente al basso e alla batteria e con l'aggiunta di Vito Pelagatti alle tastiere. L’album vanta inoltre la partecipazione di uno dei più noti percussionisti del pianeta: Nanà Vasconcelos (all'epoca facente parte anche del Pat Metheny Group).
Due anni più tardi, nel 1987, Piccarreda entra a far parte della Fonit Cetra, etichetta discografica di proprietà Rai e non smette di credere nel ragazzo.
Si gettano quindi le basi per un secondo progetto importante, che sfocerà nella pubblicazione di un nuovo album, dai toni evocativi e dalla calda ma pur sempre tecnica comunicativa.
Tepore è registrato ancora una volta a Milano presso lo Psycho Studio ma la formazione subisce un cambiamento.
Entrano a far parte del gruppo, anche se per un breve periodo, il noto produttore e tastierista italiano Vittorio Cosma e il vocalist e polistrumentista Filippo Gaetani.
Per questo lavoro prestano il loro talento anche diversi ospiti di spessore, quali il chitarrista statunitense Hiram Law Bullock, il batterista/percussionista Airto Moreira e il bassista/contrabbassista cofondatore del gruppo dei Weather Report, Miroslav Vitous.
Il disco sbaraglia la concorrenza e vende come un analogo di oltreoceano, mentre la popolarità di Gianluca invade anche stampa e riviste specializzate, dove più volte viene elogiato come uno tra i migliori chitarristi fusion italiani.
L'entusiasmo per questo progetto ben riuscito viene smorzato però dalla proposta della Fonit Cetra di commercializzare maggiormente il genere. Vengono così inseriti nel terzo album dei pezzi cantati, grazie alla collaborazione di una giovanissima e sconosciuta cantante: Manuela Panizzo.
È il 1989 ed è quindi la volta di Open Streets, quarto lavoro prodotto al Condulmer Studio di Venezia.
Il risultato è piuttosto ibrido rispetto alla presa di posizione stilistica dei dischi precedenti e ciò ha il potere di depistare i fans acquisiti fino a quel momento.
Tuttavia, l'album chiude con una meravigliosa ballad (Portea) degna di nota e composta nel pieno rispetto dell'espressività mosoliana.
Gli anni '80 sono ricchi di fermento. Non solo questo genio della sei corde ha la possibilità di collaborare con artisti di calibro internazionale, coronando il sogno di diffondere la sua musica grazie ai primi quattro capolavori sopra citati, bensì la fortunata collaborazione con Felice permette a Gianluca di approdare anche in televisione in più occasioni.
Nello specifico ricordiamo i passaggi televisivi per una settimana intera ad un varietà per ragazzi molto seguito, chiamato "Tandem"; l'ottimo programma musicale ideato da Renzo Arbore, "Doc"; una sigla estratta da "Eartheart" per il San Remo 1986 e ancora altre importanti partecipazioni.
Ma le esperienze che lo segnano procedono imperterrite, incrementando notevolmente e aggiungendo valore al suo bagaglio.
Si succedono così straordinari eventi, resi possibili anche grazie al supporto di manager quali il logudorese pioniere del jazz italiano Isio Saba e il bresciano Adolfo Galli.
Gianluca ha l'opportunità di aprire nei vari Festival i concerti di Bill Frisell, Paul Motian Quartet, Al di Meola, Gil Evans e Sting all'Umbria Jazz del 1987 ed infine a Milano e Roma i concerti del leggendario Miles Davis.
Sulle sue spalle grava una grande responsabilità, che però affronta a testa alta, portandosi a casa un'enorme gratificazione oltre che un incancellabile ricordo.
Approdiamo così negli anni ’90.
Siamo nel 1991 e una nuovissima etichetta indipendente chiamata "Sentemo" ubicata nella provincia di Venezia, gli propone di sfornare quello che sarà il quinto lavoro di Gianluca: Magazine.
L'epoca del vinile ha ormai lasciato il posto alla nuova tecnologia del compact disc ed è così che quest'ultimo viene registrato, con il contributo di una formazione del tutto nuova e valida.
In un pezzo suggestivo e surreale come Aurora, è Eugenio Masiero al basso mentre completano la squadra artistica Paolo Vianello alla tastiera, Filippo Gaetani ai cori e in occasione dei numerosi live proposti in tutt'Italia, Marco Castelli al sax soprano.
Come di prassi, gli ospiti sono di tutto rispetto.
Giunge dal Long Island il batterista Tom Brechtlein; a consolidare la componente ritmica vi è Oskar Cartaya, bassista degli Spyro Gyra e alla voce la corista Lisa Hunt, ricordata anche per le sue collaborazioni famose con artisti quali Miles Davis, Dionne Warwick, James Brown e molti altri.
Magazine gode inoltre di fama internazionale, essendo stampato e distribuito in Giappone e nel resto del mondo, in collaborazione con la casa discografica Victor-JVC.
Dopo l'ennesimo e di gran classe capolavoro, la formazione subisce un ulteriore cambiamento, seguendo la volontà di Mosole di sintetizzare la sua musica.
Il trio è quindi composto dall'ormai noto chitarrista, da Eugenio Masiero al basso e da uno dei batteristi più giovani e promettenti dell'area nazionale, Mauro Beggio. Quest’ultimo è sostituito dopo quasi un anno da Maurizio Pagnutti, con il quale il gruppo si spinge anche all'estero in Paesi come la Svizzera e l'Austria.
Fino a quel momento l'intento di Gianluca era stato quello di diffondere la sua musica e le sue composizioni.
Ora però, al termine del 1993, il chitarrista inizia a percepire la sensazione che il genere che con entusiasmo e senza sosta ha proposto fin dai primi anni '80, necessiti di essere rigenerato ed attualizzato, anche per stare al passo con i tempi e specialmente con gli ascolti.
Ed è così che inizia il distacco progressivo da quello che è il genere che lo ha reso noto, per abbracciare il mondo più easy e attuale dell'Acid Jazz.
Mosole comincia quindi a diffonderlo grazie alla collaborazione di una band in parte nuova ed in parte formata da persone che già precedentemente hanno collaborato con lui: i "Bleifrei" (benzina verde in tedesco).
Ancora una volta abbiamo Eugenio Masiero al basso e Manuela Panizzo alla voce; alla batteria Paolo Prizzon; alla tastiera Andrea Nati, il quale verrà sostituito in un secondo momento da Ivan Zuccarato e ai cori Alex Balestrieri. Quest'ultimo, da quel momento fino ad oggi, prenderà parte stabilmente a tutti i progetti mosoliani.
Il repertorio si basa essenzialmente su cover piuttosto personalizzate di artisti quali Chaka Chan, Earth Wind & Fire, Jamiroquai, Incognito ed altri ancora.
Il desiderio di una costante crescita musicale e comprensione di sempre nuovi generi, portano Gianluca a frequentare un noto personaggio della zona romagnola: Dj Mozart.
In parallelo al progetto dei Bleifrei quindi, inizia una fervente collaborazione con quest'ultimo. Da essa nasceranno numerosi pezzi, suonati inoltre dal chitarrista nei vari concerti del gruppo del dj: i "Jestofunk".
Insieme al dj e a Ben Volpeliere-Pierrot, cantante del gruppo "Curiosity Killed The Cat", Gianluca inoltre ha la possibilità di collaborare artisticamente nel progetto di un disco distribuito ampiamente anche all'estero: 2 Men 4 Soul.
Sarà proprio grazie a questa ulteriore esperienza che il Gianluca Mosole conoscerà un vocalist/dj di talento, Danny Losito, il quale diventerà insieme a lui co-autore della formazione maggiormente commerciale funky-soul italiana: i Kaìgo.
Nel 1996, i due firmano un ottimo contratto con la storica casa discografica milanese "Sugar", diretta da Caterina Caselli.
Il sodalizio con quest'ultima porta quindi alla registrazione di un primo fortunato CD, Con l'accento sulla ì, distribuito a partire dal giugno dell'anno successivo.
Due anni dopo, il gruppo decide di appoggiarsi ad una delle maggiori etichette discografiche per la pubblicazione del loro secondo lavoro, la WEA.
Un profumato contratto offre la possibilità di dare la luce a Freeabile.
Come nel precedente CD, composizione e arrangiamenti vengono sfornati dal chitarrista, mentre melodie e testi sono ideati dal cantante.
Questi progetti mettono ulteriormente in mostra le doti di Mosole non solo in qualità di chitarrista, bensì anche di tastierista e musicista eclettico, facendogli annoverare l'ennesimo primato di miglior programmatore di batteria elettronica e synth bass nel panorama italiano.
I Kaìgo viaggiano in tutta la penisola, partecipando a numerosi programmi televisivi e radiofonici oltre che a due edizioni di San Remo Giovani.
I brani dei due CD inoltre, verranno ripetutamente proposti in tutte le maggiori radio italiane, come testimonianza della fortunata collaborazione tra i due artisti.
Il nuovo millennio è alle porte e progetti maggiormente commerciali si fondono al desiderio emergente di riapprodare al primo amore di Gianluca: la Fusion.
Tra il 2003 e il 2004, Gianluca partecipa alle ultime due edizioni del Festivalbar e gira l'Europa in numerosi concerti, inserito come chitarrista all'interno del gruppo di una nota cantante trevigiana: Monica Bragato in arte Moony.
Ma è il 2005 l'anno in cui il chitarrista torna sulle scene della musica fusion con un nuovo disco: No Title.
Alla batteria si inserirà Paolo Prizzon, al basso Paolo Carletto, alle tastiere Ivan Zuccarato e alla voce Alex Balestrieri.
Come ospiti ci saranno le vocalist Moony e Manuela Panizzo, Marco Tamburini alla tromba e Leo Di Angilla alle percussioni.
È un anno ricco di emozioni quello.
Il disco viene inviato in America, dove non tarda ad essere notato ed apprezzato.
Ciò farà fruttare un invito per la partecipazione all'importante Festival musicale di Rochester, nello stato di New York.
Le gratificazioni però non finiscono lì.
L'amico Eugenio Masiero in collaborazione con un intraprendente manager, coinvolgono il musicista in un progetto ambizioso ed indimenticabile.
Gianluca aderisce così all'evento straordinario a scopo benefico presso il teatro del cinema del lido di Venezia: "OLD FRIENDS AND NEW FRIENDS", il quale gli dà la possibilità di interagire musicalmente con degli incredibili ospiti.
Per citarne alcuni: la batterista e cantante statunitense Sheila E, il famoso batterista Peter Erskine e non per ultimi i fratelli Gino e Joe Vannelli.
Il musicista propone un paio di pezzi del suo repertorio, esibendosi assieme a Peter Erskine e alla pianista Rita Marcotulli.
Al contempo trova facilmente il suo posto nella super band dei fratelli Vannelli, avendo l'onore di suonare anche assieme al noto bassista canadese Alain Caron.
Come poter passare inosservati anche in questa occasione, di fronte allo sguardo attento e alla sensibilità musicale dei grandi maestri con i quali Gianluca si trova a collaborare?
L'abilità che padroneggia con la sei corde e la tecnica che doma sapientemente con il suo inimitabile estro, colpiscono positivamente i fratelli Joe e Gino, i quali gli propongono di trasferirsi in Canada per un tour internazionale.
Motivi burocratici e una normale difficoltà a staccarsi dalla terra e dalle origini alle quali Gianluca si sente particolarmente legato, lo costringono a rinunciare anche a questa possibilità, declinando l'invitante offerta.
Così, conclusosi un anno ricco di opportunità ed emozioni, Gianluca torna a dedicarsi anima e corpo ai suoi progetti.
Opera una vera e propria rivoluzione soprattutto dal punto di vista della formazione, sintetizzandola ulteriormente ed introducendo l'uso di sequenze nei suoi lavori.
Al basso torna al suo fianco Paolo Carletto, alla voce l'immancabile Alex Balestrieri e alla batteria Maurizio Pagnutti, al quale nel 2010 subentrerà il giovane e talentuoso batterista Phil Mer, molto conosciuto nell'ambito del freelance italiano.
Il 2011 è purtroppo un anno di stallo per il nostro artista, in quanto la sua costante e fiorente attività deve subire un colpo di arresto a causa di un'improvvisa malattia a carico dell'aorta.
Finalmente, dopo quasi un anno di convalescenza, il musicista si dichiara completamente ristabilito e pronto per riprendere a pieno regime i progetti che ha in mente di sviluppare.
Nuove emozioni ci vengono regalate grazie all'ultimo capolavoro, nato nel settembre del 2012 grazie alla proposta di un affezionato ascoltatore: Luca Chieppe.
Verona Studio/Live viene registrato, come preannuncia il titolo, nella meravigliosa città dell'arena, presso la scuola superiore di canto di Roberto Cetoli e della moglie Karin Mensah.
Procede la collaborazione con il batterista Phil Mer, mentre esordiscono al basso Raffaele Bianco e alla voce il cugino Simon Dean. Fedele invece rimane la presenza del cantante Alex Balestrieri.
Il repertorio è caratterizzato da pezzi riarrangiati presenti nei dischi precedenti, da nuove cover e da un brano inedito, Balla Bella, che riporta Mosole ai livelli per i quali è stato conosciuto fin dai primi anni '80.
Il suo stile immancabilmente fusion, regala atmosfere cariche di pathos.
I suoi sapienti virtuosismi tecnici non hanno perso di intensità nel corso degli anni, ma hanno trovato amalgama con una maggiore maturità espressiva, la quale non tarderà a colpire chi deciderà di immergersi a capofitto nel travolgente sound.
Il repertorio è caratterizzato da pezzi riarrangiati presenti nei dischi precedenti, da nuove cover e da un brano inedito, Balla Bella, che riporta Mosole ai livelli per i quali è stato conosciuto fin dai primi anni '80.
Il suo stile immancabilmente fusion, regala atmosfere cariche di pathos.
I suoi sapienti virtuosismi tecnici non hanno perso di intensità nel corso degli anni, ma hanno trovato amalgama con una maggiore maturità espressiva, la quale non tarderà a colpire chi deciderà di immergersi a capofitto nel travolgente sound.
E arriviamo al 2016, dove l’immancabile compagno di mille battaglie, Paolo Carletto, propone a Gianluca un nuovo progetto. L’idea è quella di creare un repertorio basato sull’indimenticabile esperienza fatta nel 1987 con l’apertura dei due concerti a Milano e Roma di Miles Davis, durante il tour live promozionale di Tepore. Nasce così la band “OVERMILES”.
Si arriva al blocco planetario causato dalla grande pandemia e approfittando della forzata prigionia casalinga, prende vita un terzo lavoro Kaìgo. Gianluca come sempre crea le basi e Losito le voci. Tramite una collaborazione virtuale, essendo uno in Veneto e l’altro nelle Marche, assemblano più o meno una quindicina di brani che verranno successivamente distribuiti, purtroppo un pò in sordina, dall’etichetta bolognese Irma.
Attualmente si apre un nuovo percorso grazie all’etichetta Azzurra di Marco Rossi, collaborazione questa già avvenuta in passato con la pubblicazione di Verona Studio/Live. Il produttore decide di dare supporto ai progetti di Mosole, sostenendo quella che sarà l’uscita del suo ottavo lavoro che avverrà nel corso del 2024.
In parallelo si sta lavorando anche ad un quarto lavoro con il progetto Kaìgo.